Osmize e agriturismi

Mario Cannella è il lessicografo triestino di nascita e milanese d’adozione che ha curato l’ultima edizione de “Lo Zingarelli”, Vocabolario della Lingua Italiana 2019. Fra i tanti meriti, quello di aver introdotto la parola Osmiza (o Osmizza) nel celebre volume edito da Zanichelli. Ci piace immaginare questo distinto signore che cammina per i sentieri del Carso fino a giungere all’indicazione che i buongustai ben conoscono: la freccia rossa con un ramo d’alloro o di nocciolo che segnala una casa di contadini che per coincidenza adesso apre le porte ai visitatori che possono qui rifocillarsi con del buon vino (terrano, malvasia o vitovska) ed altri spartani prodotti della casa.

Di tradizione antichissima, nel 1784 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria concesse ai villici la possibilità di vendere il proprio vino per otto giorni consecutivi direttamente nella propria cantina. Da qui il termine Osmiza (in sloveno otto si dice osem). Per questo, cari Turisti a Trieste, non troverete sempre aperte le osmize. Il sistema migliore per individuare i giorni d’apertura: il sito www.osmize.com

Oltre ai vini, qui troverete i prodotti di casa: piatti di affettati (pancetta e salame la fanno da padroni), ovi duri (uova sode) e sottaceti.

Se a questo spuntino ruspante preferite un pasto più completo senza rinunciare alle atmosfere del Carso, in zona ci sono diversi agriturismi. Qui, su rustici tavoli di legno apparecchiati con gusto potrete assaporare i migliori piatti della nostra tradizione: dagli gnocchi di

pane al burro e salvia a quelli di patate con golulasch passando per lo strucolo di spinaci senza dimenticare il piatto principe della cucina locale: la Jota, minestra di cappucci acidi, fagioli e carne di maiale.

Fra i secondi lo spezzatino di goulasch o stinco alla birra rigorosamente accompagnato dai kipfel, stuzzichini di pasta di gnocchi fritti. I contorni ideali sono le patate in tecia, gli spinaci al burro o l’insalata di matavilz (valeriana) coi fagioli.

E come dessert? Noi consigliamo le palachinke, le crepes alle noci (ma anche al cioccolato o alla marmellata).