La tradizione operistica

Il 27 gennaio 1901, la notte stessa della morte di Giuseppe Verdi, il consiglio comunale di Trieste si riunisce straordinariamente e decide di intitolare il teatro lirico al grande musicista. Costruito un secolo prima di quella data con una facciata che ricorda molto quella della Scala di Milano, il Teatro Lirico Giuseppe Verdi è uno dei luoghi più amati dai Triestini che con orgoglio rivendicano da sempre il loro amore per la musica. L’opera, i concerti, le operette, la stagione sinfonica, ma anche la musica contemporanea, fanno parte della storia della città. Numerosi i personaggi importanti che da Trieste sono partiti per lasciare il loro nome nel mondo: dai direttori d’orchestra e compositori Victor de Sabata e Giulio Viozzi al regista Giorgio Strehler, dal mezzosoprano Fedora Barbieri ai cantanti Piero Cappuccilli e Carlo Cossutta fino ai compositori Raffaello de Banfield e Antonio Bibalo. Di retaggio asburgico è l’interesse per l’operetta che, soprattutto anni fa, aveva fatto di Trieste una delle capitali europee degli spettacoli della piccola lirica: corriere piene di spettatori curiosi arrivavano d’estate nella città adriatica. Un’istituzione musicale fondamentale è il Conservatorio Giuseppe Tartini, che si è arricchito nel tempo della Scuola di Musica e Nuove Tecnologie, perché anche i giovani si avvicinano e apprezzano la musica classica e quella contemporanea. Per conoscere la storia del legame di Trieste con la musica si può visitare il Museo teatrale Carlo Schmidl, uno tra i più preziosi in Italia, ospitato nel bel palazzo Gopcevich sul Canal Grande. Mostre temporanee, materiali, testimonianze, strumenti musicali, costumi raccontano, su più piani, la vita musicale della città, dei suoi teatri e dei protagonisti di ieri e di oggi.